Il legno, anche se perfettamente piallato e levigato, non ha le facce perfettamente lisce. Spesso si nota la presenza di piccoli difetti: colpi di lama accidentali, piccole fessure dovute al ritiro delle fibre, nodi mobili (se il legno non è di classe A o B), fori lasciati dagli elementi d’assemblaggio (dalle viti a testa svasata, per esempio). D’altra parte, alcune essenze hanno una grana troppo grossa perché si riesca ad ottenere una superficie abbastanza bella con la verniciatura. Ecco perché si usano dei riempitivi come lo stucco da legno e i turapori.
Turapori
Un legno che abbia la grana troppo grossa prende male la lacca; dato che la superficie non è abbastanza liscia, non si ottiene la velatura desiderata. Conviene quindi prepararlo per la verniciatura riempiendo i pori senza tuttavia ostruirli: la vernice, infatti, deve poter penetrare e nutrire in profondità. Ecco perché i turapori sono delle sostanze porose. In ebanisteria, la maniera tradizionale di riempire i pori consiste nello strofinare il legno con finissima polvere di pomice diluita in acqua o olio di vaselina. È un procedimento piuttosto complicato e costoso. Oggi si usano dei turapori in pasta pronti per l’uso (spesso a base di polveri minerali). Questi prodotti vanno stesi con una spatola su tutta là superficie in modo omogeneo. Penetrano anche nei pori più fini (ma non riempiono buchi e fessure).
A volte i turapori sono colorati (naturalmente, se si tratta di una sostanza minerale, oppure artificialmente). In questo caso, il turapori da prendere dev’essere adatto al tipo di vernice scelta, come anche all’essenza del legno. Quelli correnti non sono sempre compatibili con tutti i tipi di vernice. Sarà quindi prudente sceglierli della stessa marca della vernice. Per ottenere una vernice perfetta sul legno a grana grossa, si leviga molto leggermente non appena il turapori è ben asciutto. Tra le essenze che rendono indispensabile l’impiego del turapori, possiamo citare la quercia (europea o americana), il castagno, l’olmo, il frassino, il tek e l’okumé.
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1. Levigatura dopo l’essiccamento del fondo.
2. Applicazione di un turapori neutro.
Stucchi e paste da legno
I legni lavorati, anche se levigati, presentano una superficie abbastanza scabra. È soprattutto il caso dei truciolari, in particolare delle coste. Per prepararli a ricevere una finitura (pittura) si applicano dei prodotti che diano loro una superficie liscia. Si tratta di stucchi sintetici da spianatura per legni da applicare con una spatola. Sono molto pratici perché permettono di eliminare i piccoli difetti. Possono essere applicati anche su legni resinosi o legni bianchi come il pioppo.
La pasta da legno risolve molti problemi perché permette di fare stuccature e piccole riparazioni. Si tratta molto spesso di prodotti preparati con segatura di legno e un legante (la pasta da legno tradizionale era fatta mescolando segatura fine con una colla forte). Le paste o mastici proposti oggi sono prodotti sintetici venduti in vasi e si conservano molto bene. Nel caso si debbano stuccare delle fessure profonde, si procede per strati successivi lasciando asciugare tra uno strato e l’altro. Si può levigare il mastice proprio come il legno normale; prende bene il mordente (per facilitare l’assorbimento, si aggiunge qualche goccia di aceto al mordente).
Il legno sintetico è un prodotto a due componenti: una polvere finissima e delle resine sintetiche. Mescolando i due componenti, si ottiene una pasta, più o meno densa a seconda delle proporzioni, che va applicata con una spatola. II legno sintetico permette di stuccare, ma anche di fare delle riparazioni (per esempio, spigoli danneggiati). Può anche fare le veci della colla per giunzioni che presentino del gioco (incollando, tura). Allungato con un solvente (acetone), può inoltre servire come mastice da spianatura. Una volta asciutto, il legno sintetico può essere lavorato esattamente come il legno vero e proprio (lo si può levigare o piallare). E ancora, lo si può impregnare in profondità aggiungendo prima di mescolarlo del mordente alla resina.
Per far aderire bene i vari mastici da legno, preparate i pezzi levigandoli e spolverandoli prima dell’applicazione. Sono in commercio mastici colorati o bianchi che facilitano il lavoro di armonizzazione con la tinta del legno.
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1 e 2. Stuccatura di una fessura del parquet con pasta da legno.
Certo avete notato che, quando si asciuga, la pasta da legno tende a ritirarsi e a fendersi, soprattutto se usata in grande quantità. Succede, per esempio, quando stuccate le fessure di un parquet che si sono allargate troppo. Per evitare questo inconveniente basta riempire prima l’interstizio da chiudere e solo dopo applicare la pasta da legno. Sia nel parquet che in qualsiasi altra fessura troppo larga, basta infilarci un pezzo di spago. Dato che si tratta di un materiale neutro, le sue dimensioni non subiranno variazioni e quindi non faranno crepare la pasta da legno.