Il falegname fa grande uso di carte abrasive: per concludere la finitura di un pezzo, bisogna levigarlo in modo da eliminare i segni della tracciatura e quelli lasciati dagli attrezzi (colpi di lama). La levigatura prepara il legno a ricevere la vernice, il mordente o la pittura e inoltre permette di cancellare macchie, graffi e bruciature. Certi abrasivi possono anche servire ad affilare le lame degli attrezzi.
La scelta dell’abrasivo
La carta vetrata tradizionale non è cara ed è indicata per la maggior parte dei legni e dei lavorati (carta beige chiaro). La carta abrasiva gialla o arancione è carta al corindone, di qualità migliore e più durevole.
Le carte nere (al carburo di silicio) sono durissime e più adatte a legni molto resinosi che hanno la tendenza a incrostare la grana. La carta smeriglio è un abrasivo riservato alla lavorazione dei metalli. Sia che utilizziate un cuscinetto o una macchina, dovete poter disporre di una gamma completa di fogli abrasivi, di grana diversa.
Nei lavori di ebanisteria le levigature molto accurate si concludono con la polvere di pomice che viene passata sulla superficie con un tampone di stracci. Questa polvere (che può servire anche da turapori) la si può trovare nei negozi specializzati in materiali per il legno.
Levigatura a mano
Fissate il foglio di carta vetrata sul cuscinetto, o ripiegatelo in quattro se si tratta di levigare una parte curva e vi riesce più facile usare la vostra mano.
Cominciate con una carta a grana grossa che ripulirà la superficie di tutte le ir
regolarità. Con il cuscinetto fate delle passate incrociate e terminate sempre con delle passate nel verso delle fibre. Cambiate poi la carta vetrata con un’altra più fine, e così di seguito. Una levigatura accurata è fatta con carta di quattro o cinque grossezze diverse, per finire sempre con la grana finissima (il tipo di grana è segnato sul rovescio del foglio). Quando vedete che la polvere di legno incrosta la parte abrasiva, picchiettatela contro una superficie dura.
Di solito la levigatura del legno viene fatta a secco; tuttavia, quando si tratta di un mobile antico molto sporco, si bagna la carta immergendola nell’acqua. Anche nelle levigature finissime di ebanisteria a volte l’ultima levigatura viene fatta bagnata (con acqua oppure olio di vaselina), soprattutto se s’intende finire con la polvere di pomice. La bagnatura fa risollevare le fibre del legno, che verranno quindi levigate in modo perfetto, e si può fare pure con acqua ossigenata diluita, che raddrizza le fibre ancora meglio.
1. Come piegare la carta vetrata.
2. Levigatura a mano di una costa.
Levigatura di superfici particolari. Per levigare in costa, si usa la stessa tecnica che per piallare; bisogna tenere il cuscinetto ben dritto, con le due mani, e premere di meno a fine corsa per non arrotondare l’estremità. Per levigare invece la costa di un pezzo piccolo, è più semplice fissare il foglio abrasivo sul banco con delle puntine e sfregarcelo sopra. La levigatura all’interno di scanalature si fa mettendo l’abrasivo su un legno a costa tonda di dimensioni adeguate.
3. Levigatura col cuscinetto.
4. Levigatura a macchina.
Levigatura a macchina
Se il cuscinetto è senz’altro indicato per pezzi di dimensioni medie, la levigatrice è decisamente utile per le grandi superfici; fa guadagnare, infatti, moltissimo tempo.
Levigatrice orbitale. Offre i risultati migliori e vi si montano dei fogli di carta abrasiva rettangolari (già pronti o da ritagliare dai fogli normali). Questi possono anche essere fermati con una graffa da ogni lato della suola. Se la levigatrice ha un selettore di velocità, usate una velocità bassa per i legni più duri. La levigatura va fatta in più passate, partendo da una carta vetrata a grana grossa fino ad arrivare ad una a grana fine. La macchina deve essere tenuta con tutte e due le mani per poterla guidare sulla superficie. Non dovete però premere (o solo molto leggermente) per non stancare il motore (la levigatura non ci guadagna niente). Fatela scorrere seguendo il verso delle fibre (è lei stessa a incrociare le passate con le vibrazioni). Attenzione! certe polveri (soprattutto di legni lavorati) possono risultare molto irritanti per alcune persone; aerate il locale e mettetevi una maschera se la macchina non è munita di un dispositivo aspirante.
Levigatrice a disco. Per il falegname è più difficile da usare (ma la usano molti dilettanti perché su un trapano un disco per levigare si monta con facilità). Bisogna fare attenzione a levigare in modo uniforme senza formare depressioni nel legno. Verificate innanzitutto che non sia inserito il dispositivo di percussione. Poi attaccate il legno inclinando leggermente la piastra e spostandola lentamente e con regolarità. Esistono comunque delle piastre (sferiche o di gommapiuma) concepite per levigare di piatto (evitando così i buchi). Ciò non toglie che la levigatrice a disco sia più utile per pulire una superficie che non per rifinirla.
Levigatrice a cinghia. Deve essere tenuta saldamente con le due mani e il pezzo fissato in modo opportuno. La le-vigatura che viene fatta è un raschiamento della superficie, essenzialmente per pavimenti nuovi o vecchi.