Il trapano elettrico ha evidentemente soppiantato in larga misura e in tutti gli usi gli altri attrezzi per forare; è un utensile leggero, pratico, poco pericoloso e facile da usare. Tuttavia, se si dispone soltanto di un piccolo trapano senza supporto fisso, è opportuno continuare a servirsi del girabacchino che permette una grande precisione. D’altronde si è constatato che, nella pratica, chi ha poca dimestichezza con questi attrezzi impiega quasi lo stesso tempo per forare sia che usi il trapano, sia il girabacchino.
Foratura con il girabacchino
L’attrezzo deve essere tenuto in verticale, il pezzo posato e bloccato sul banco o su un tavolo. Infilate una mecchia adatta al materiale nel mandrino. La mano sinistra tiene il pomello, la destra sulla manovella. Centrate la mecchia e spingete per far penetrare la punta. Cominciate a forare facendola girare lentamente, poi accelerate. Esercitate una pressione (non troppo forte) con la mano sinistra. Se si tratta di un foro passante bisogna rallentare il movimento verso la fine per evitare le schegge. In linea di massima, per forare bene col girabacchino, bisogna girare la manovella abbastanza velocemente, esercitando una pressione che deve restare moderata (una pressione troppo forte farebbe bloccare la mec-chia). L’aspetto interessante del girabacchino è che permette un buon controllo della direzione (migliore del trapano senza supporto fisso). È con questo attrezzo che si faranno i fori profondi di grande diametro (per mezzo di una mecchia a tre punte o regolabile).
I legni lavorati possono benissimo essere forati col girabacchino, ma si può anche (per evitare di togliere il filo alle mecchie sulle resine) usare un trapano portatile da metallo con la punta polivalente.
1. Fori col girabacchino.
2. Impiego sul girabacchino di una mecchia regolabile.
Foratura con il trapano
Con l’apposita chiave stringete forte il mandrino sul codolo della mecchia e selezionate la velocità. Su un trapano veloce si sceglie una velocità alta per la maggior parte dei legni, eccetto che per quelli durissimi. Se l’attrezzo è provvisto di un regolatore di velocità, per un legno bianco si seleziona una velocità sull’ordine dei 3.000 g/m.
Il pezzo da forare dev’essere fissato solidamente per evitare che scivoli via; bisogna metterlo con la faccia a vista verso. l’alto (infatti la mecchia scheggia il legno nell’uscita). Per proteggere il banco (ed evitare le schegge) mettete un legno di scarto sotto il pezzo (se si tratta di un foro passante). Si possono anche mettere dei pezzi di scarto da entrambi i lati stringendo con un serragiunti. Il pezzo tenuto in questo modo, come un sandwich, sarà attraversato da un foro dai bordi assolutamente netti.
Per forare diritto bisogna tenere il trapano in verticale con le due mani. Posate la punta della mecchia esattamente sul segno di riferimento e premete senza esagerare (il legno è un materiale piuttosto tenero). Trapanate abbastanza lentamente in modo che la mecchia abbia il tempo di evacuare i trucioli. Sui legni molto duri (per esempio il faggio), bisogna fare un forellino con la punta quadra per centrare la mecchia senza che possa scivolare via.
Guida di profondità. Per fare fori ciechi (non passanti) bisogna poter misurare di quanto la mecchia deve penetrare. Si usa un piccolo calibro di profondità parallelo alla mecchia, che si fa avanzare
o si tira indietro. In mancanza di questo mettete sulla mecchia un tondino, fatto con del nastro adesivo o un tappo bucato. Per il calettamento a spine, i fori devono essere leggermente più lunghi delle spine; i fori d’invito delle viti, invece, sono più corti delle viti.
Foratura su supporto fisso. Non appena si comincino a fare dei lavori un po’ complicati che richiedono precisione, il supporto fisso risulta utilissimo. La piastra di base del supporto può avere una morsa che terrà fermi i pezzi. Il trapano fissato sul supporto viene abbassato sul pezzo manovrando una leva. Una scala graduata permette di seguire direttamente la profondità della foratura. Il supporto fisso è l’ideale per forature delicate o in serie. Per fori di grande diametro, montate sul trapano una mecchia regolabile
o una punta a tazza. La velocità dev’essere piuttosto bassa. Forate abbassando lentamente la leva.
Fresatura. Quest’operazione consiste nell’aprire fori di forma diversa sostituendo la mecchia del trapano con una fresa. Generalmente si fresa l’entrata dei fori per le viti in modo da poter nasconderne le teste. Ci sono punte speciali a programma che contemporaneamente forano e svasano l’apertura del foro.
Foratura di legni lavorati. Per fare dei fori nei pannelli di compensato, di paniforte o truciolari, adottate una velocità bassa. Non spingete quasi il trapano nell’agglomerato perché la mecchia entra con facilità. Mettete dei pezzi di legno di scarto sotto i pannelli.
1. Utilizzazione di un supporto verticale per trapano.
2. Foratura con arresto di profondità.