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Gli oggetti di legno si dipingono non solo per ragioni estetiche ma anche per proteggerli dall’umidità, dall’attacco di parassiti e da indelebili macchie di sporcizia; caratteristica essenziale dei prodotti utilizzati è quindi la capacità di formare uno strato protettivo duraturo e impermeabile. Se questo è vero in generale lo è a maggior ragione per tutti gli oggetti di legno che restano esposti alle intemperie senza alcun riparo: rivestimenti delle facciate, frangisole, staccionate, panche e così via. Ancor prima di essere montato, tutto ciò dovrebbe essere trattato con almeno una mano di pittura protettiva su tutte le parti, e non solo su quelle che rimangono in vista.
E questo un principio di per sé semplice, che però si complica notevolmente quando si passa alla sua pratica realizzazione. A parte le altre particolari esigenze che di volta in volta si possono presentare, una realtà da non dimenticare è quella che il legno, per la sua natura organica che lo distingue dagli altri materiali da costruzione, è in un certo senso “vivo”: infatti le sue fibre anche dopo regolare e prolungata stagionatura continuano a registrare le variazioni di temperatura e di umidità con non trascurabili movimenti di allungamento o contrazione.
Resta quindi stabilito che una buona pittura per legno (non solo quando si tratta di legno massiccio ma anche di suoi derivati come compensati, paniforti, truciolari e simili) deve possedere una certa elasticità che le permetta di seguire i movimenti del supporto senza screpolarsi.
I più moderni cicli di verniciatura industriale sono in grado di dare al legno una finitura ineccepibile dal punto di vista dell’estetica come da quello della funzionalità. Un simile livello qualitativo un tempo irraggiungibile, non si può certo ottenere con mezzi artigianali. Un minimo di perizia e l’uso di prodotti giusti permettono tuttavia a chiunque di raggiungere risultati più che accettabili.
VERNICI E SMALTI
Anche se il termine “vernici” è spesso usato in senso generico come sinonimo di “pitture”, più propriamente esso si riferisce a quei prodotti trasparenti di aspetto più o meno lucido che in genere si usano per proteggere la superficie dei materiali porosi, pur lasciandola in vista.
-Vernici incolori (dette anche flatting) che servono per la verniciatura “al naturale” dei legnami pregiati o come finitura protettiva su altre superfici naturali o già dipinte con pitture opache e poco resistenti.
-Vernici colorate, che sono destinate unicamente al legno. Associano alla funzione protettiva quella di “nobilitare” l’aspetto dei legnami comuni, imitando le tinte delle essenze pregiate (noce, palissandro, mogano) o con colorazioni di fantasia (rosso, verde ecc.).
Ultimo aggiornamento 2024-11-20 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Gli “smalti”, che sono prodotti relativamente recenti, derivano dalle vernici per aggiunta di pigmenti insolubili che li rendono coprenti, anche se conservano una più o meno accentuata brillantezza. Il tipo di finitura che se ne ottiene è assimilabile a quella che si aveva un tempo stendendo una o due mani di vernice sopra una pittura opaca coprente.
Fino a qualche decennio fa, vernici e smalti erano prodotti unicamente utilizzando come leganti degli olii essiccanti (olio di lino cotto o altri) insieme a resine naturali più o meno pregiate; come solvente si usava l’essenza di trementina o acquaragia.
Prodotti di questo tipo, che vengono detti “grassi”, sono caratterizzati da una buona pennellabilità, elasticità, lavabilità e resistenza agli agenti atmosferici ma anche da tempi di essiccazione molto lunghi che rallentano il ciclo di lavorazione e, in condizioni climatiche fredde o umide, possono addirittura comprometterne la riuscita.
La scoperta e l’impiego sempre più selettivo delle resine sintetiche disperse in adatti solventi hanno infatti permesso di mettere in commercio, in confezione barattolo o spray, una vasta gamma di vernici e smalti pronti all’uso in una vastissima gamma di colori e dotati di caratteristiche ben calibrate, nel cui ambito è possibile trovare il prodotto più adatto per ogni applicazione. Come sempre la serietà della ditta produttrice assicura la purezza ed il corretto dosaggio dei componenti, ed è garanzia di buona qualità.
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In base alla loro composizione i prodotti sintetici di uso più comune sono classificabili nel seguente modo:
-Vernici e smalti sintetici, denominazione alquanto generica che si riferisce ad un insieme di prodotti ben differenziati (in base al tipo di resina impiegata). Facili da stendere sia a pennello sia a spruzzo, essiccano piuttosto rapidamente formando una pellicola sottile e resistente. Nelle loro varie formulazioni rappresentano oggi senza dubbio i prodotti più indicati per verniciare qualunque tipo di manufatto in legno (come in ferro) sia all’interno sia all’esterno. Poiché sono disponibili in diversi gradi di brillantezza, consentono di ottenere, oltre alla finitura lucida, anche quelle semilucida e opaca che un tempo richiedevano una complessa lavorazione. Conviene però sempre ricordare, specie se si tratta di verniciature per esterno, che ad una minor brillantezza corrisponde minor resistenza e durata nel tempo.
A questa categoria appartengono anche gli smalti idrosolubili, di nuova formulazione, da poco introdotti sul mercato.
La novità consiste nel fatto che, utilizzando l’acqua come solvente, risultano inodori, atossici, ininfiammabili, di facile stesura e pennellabilità. Sono particolarmente adatti ai lavori da eseguire in casa perché non danno luogo a cattivi odori (si può lavorare anche a finestre chiuse) e semplificano notevolmente il ciclo di lavorazione sia agli effetti del potere coprente (una sola mano può bastare a rinfrescare una tinta) sia per quanto concerne la pulizia degli attrezzi, che si fa con semplice acqua. Poiché sono venduti già pronti nel giusto grado di diluizione, prima dell’applicazione non vanno allungati ma solo rimescolati per qualche istante. In quanto agli altri requisiti come resistenza, durata e lavabilità sono paragonabili ai comuni prodotti a solvente.
-Vernici e smalti oleosintetici, i cui leganti sono prodotti di reazione tra speciali olii e resine sintetiche. Per quanto concerne tempi di essiccazione, pennellabilità ed elasticità si possono considerare prodotti intermedi tra quelli tradizionali grassi e quelli sintetici. Risultano quindi particolarmente indicati per la protezione di superfici in legno esposte alle intemperie, specie in condizioni climatiche sfavorevoli (forte umidità, notevoli sbalzi di temperatura) o quando durante l’applicazione il tempo molto asciutto e ventilato favorisce, accelerandola, l’evaporazione dei solventi. I prodotti oleosintetici, formando una pellicola più consistente, riescono inoltre a mascherare le piccole imperfezioni del supporto; sono perciò preferibili per la riverniciatura di oggetti molto “vissuti” che non si possono preparare molto accuratamente.
-Vernici e smalti alla nitrocellulosa che utilizzano speciali solventi (acetone e simili) con eventuale aggiunta di resine plastificanti e pigmenti finemente dispersi. Poiché questi prodotti contengono un’alta percentuale di sostanze volatili, la loro caratteristica principale è quella di essiccare in un tempo molto breve formando una pellicola sottilissima. Per questo motivo riesce piuttosto difficile stenderli a pennello in strato uniforme e in genere è consigliabile applicarli a spruzzo. Molto usati per rifinire superfici metalliche, nella verniciatura del legno i prodotti alla nitrocellulosa danno buoni risultati solo su opere interne in quanto all’esterno la scarsa elasticità non consente loro di seguire le deformazioni senza screpolarsi.
-Vernici e smalti poliuretanici e poliesteri a uno o due componenti, prodotti in versione lucida ed opaca. Particolarmente adatti ai supporti in legno, hanno la particolarità di dar luogo a una pellicola dura, trasparentissima, molto elastica e di eccezionale resistenza all’abrasione e agli aggressivi chimici. Le vernici, adatte all’esterno per serramenti e altri manufatti in legno pregiato, all’interno sono molto usate per la verniciatura protettiva, comunemente detta “vetrificante”, dei pavimenti in legno. Le vernici a due componenti sono costituite da un prodotto base e da un catalizzatore forniti in contenitori separati. Mescolando i due prodotti si dà inizio ad una reazione chimica che porta all’indurimento della vernice; per questo motivo la miscela, trascorso un certo “tempo utile”, non è più utilizzabile. Le varianti ad un solo componente, di più recente produzione, risultano di più facile e più sicuro impiego.
OPERAZIONI PRELIMINARI
Dopo essersi procurati il necessario per verniciare, prima di dare inizio al lavoro conviene predisporre il tutto a portata di mano nel luogo dove la verniciatura verrà eseguita; luogo che deve essere ben aerato e riparato sia dai raggi diretti del sole sia dalla polvere, dai moscerini e altri inconvenienti del genere. È sempre bene ricoprire la zona di pavimento che potrebbe essere raggiunta da eventuali sgocciolature con parecchi strati di fogli di carta ben sovrapposti e, se possibile, sistemare l’oggetto da verniciare piuttosto lontano dalle pareti in modo da non schizzarle di vernice. Se si tratta di dipingere degli elementi fissati a parete, che non è possibile rimuovere, occorre proteggere il muro lungo tutto il perimetro con strisce di nastro autoadesivo crespato.
Conviene anche sistemare le cose in modo da poter poi lavorare nel modo più comodo e spedito. Quindi le ante e i cassetti vanno possibilmente tolti e appoggiati su sostegni che li tengano a ragionevole altezza, con la superficie da verniciare disposta in orizzontale; gli eventuali vetri vanno estratti, se questo si può fare agevolmente, oppure ricoperti con fogli di carta fermati da nastro adesivo; gli accessori di metallo o plastica (maniglie, serrature, cerniere) vanno anch’esse rimosse o adeguatamente protette.
Infine, se maneggiando l’oggetto da verniciare ci si accorge della necessità di rimediare a qualche giuntura poco solida o a qualche incastro fuori squadra, questo è il momento buono per intervenire, in proprio o ricorrendo all’opera di un esperto. La tentazione di rimandare l’intervento va respinta con fermezza perché una riparazione eseguita dopo la verniciatura la danneggerebbe certamente, rendendo necessari noiosi e problematici ritocchi.
LA VERNICIATURA A SMALTO
La decisione di verniciare a smalto può derivare da esigenze estetiche, quando si vuole ottenere un oggetto colorato in modo uniforme e deciso oppure si vogliono creare particolari effetti giocando sui contrasti cromatici. In molti casi è però conseguenza della necessità di mascherare un supporto non proprio perfetto: ne sono tipici esempi i serramenti costruiti con legname corrente e di diversa essenza, i manufatti in tutto o in parte realizzati con compensato grezzo o certi vecchi mobili in disordine dei quali si desidera rinnovare l’aspetto.
COME PREPARARE IL FONDO
Perché la verniciatura possa riuscire bene la superficie prima di venire dipinta deve essere resa il più possibile liscia e compatta. Per ottenere questo risultato sul legno grezzo occorre tener conto della particolare struttura del materiale, che è formato da fasci di fibre di diversa durezza intercalati da pori e disposti in modo da dar luogo alle caratteristiche venature. Quanta maggiore cura si sarà messa nel chiudere i pori del legno e mimetizzarne le venature, tanto più uniforme riuscirà la verniciatura a smalto. A quest’uso si prestano le cosiddette “pitture opache di fondo” che ogni produttore ha in catalogo con una particolare denominazione. Se invece la superficie è già stata dipinta, si tratta di stabilire se i precedenti strati di pittura siano adatti o meno a ricevere la nuova pittura.
-Legno Grezzo. Per prima cosa bisogna accertarsi che il legno non presenti nodi “vivi”, cioè in distacco, o “tasche” di resina. Se questi difetti esistono e non si vuol ricorrere al falegname, è possibile rimediare da soli in modo abbastanza semplice: i nodi vanno asportati con il trapano e sostituiti con un rondello di più di tre verniciature una sopra l’altra, per non dar luogo a uno strato troppo spesso che tenderebbe a distaccarsi con estrema facilità.
La sverniciatura è sempre un’operazione piuttosto laboriosa, che richiede tempo e pazienza. Si può ricorrere a uno speciale apparecchio alimentato da una bomboletta di gas, la cui fiamma può essere portata a lambire lo strato di vernice in modo da provocarne il distacco e poterlo rimuovere con una spatola. Una volta rimesso a nudo in questo modo il legno presenta però striature scure dovute all’azione della fiamma. In alternativa ci si può servire degli appositi “sverniciatori”, che sono sostanze fluide o semifluide capaci di rammollire la vernice. Lo sverniciatore va applicato in abbondanza a pennello su di una zona poco estesa e lasciato agire per il tempo necessario, che dipende dalla consistenza dello strato da togliere. Dopo che la vernice si è raggrinzita e sollevata la si rimuove con una spatola e si passa alla zona successiva. Per ripulire perfettamente gli eventuali profili sagomati conviene servirsi degli speciali raschietti a lama sagomata. In seguito si eliminano gli ultimi residui di vernice, di nuovo intrisi di sverniciatore, con l’aiuto di paglia di ferro media. Infine, prima di passare a preparare la superficie come già visto per il legno grezzo, la si lava con acqua e detersivo o, se necessario, con il prodotto “neutralizzante” specifico per il tipo di sverniciatore impiegato.
-Legno lucidato a spirito. Poiché questo tipo di finitura non costituisce un fondo adatto per la verniciatura, è sempre necessario ripartire dal legno rimesso a nudo. A questo scopo si esegue un lavaggio con una soluzione di acqua calda e ammoniaca e in seguito si raschia energicamente la superficie con varie passate di carta vetrata a grana prima grossa, poi sempre più fine. Dopo accurata spolveratura si inizia poi la preparazione come su legno grezzo.
COME STENDERE LO SMALTO
Ultimata la preparazione della superficie, solitamente vi si applicano due mani di smalto; a meno che si usino i nuovi smalti pronti all’uso, per la prima mano il colore deve essere più diluito e per la seconda meno, in conformità alle istruzioni del produttore.
I pennelli più adatti sono quelli a setole morbide (scure) con i quali è minore il rischio che lo smalto risulti striato: gli ovalini vanno bene per verniciare superfici piuttosto ampie mentre per le fasce, le cornici e le sagome sono preferibili pennelli tondi di misura appropriata.
Dovendo dipingere a due o più colori, si tenga presente che è più facile coprire quelli chiari con quelli scuri che non viceversa; è quindi bene cominciare dal colore più chiaro e, quando questo è asciutto, delimitare esattamente (con il solito nastro adesivo crespato) la zona da dipingere con la tinta più scura. Quando poi si tratta di verniciare una porta con un colore diverso su ciascuna delle facce, si badi che tutte le superfici che si trovano dalla stessa parte quando la porta è chiusa abbiano lo stesso colore. Se l’oggetto da dipingere presenta profili e modanature, questi vanno verniciati per primi badando ad evitare sgocciolature; poi si passa alle superfici più ampie. Nel verniciare dei mobili è sempre bene iniziare dalle superfici meno in vista cioè quelle interne e laterali, lasciando per ultime le parti maggiormente in evidenza che sono, a seconda dei casi, quelle frontali o superiori.
La vernice si stende per piccole zone successive, con il pennello tenuto quasi in verticale e incrociando le pennellate prima in un senso, poi in quello perpendicolare e infine ancora nella prima direzione; quest’ultima passata, che va data con leggerezza e con pennello quasi asciutto, serve ad uniformare la superficie e ad ottenere il perfetto raccordo con le zone già dipinte. Per un buon risultato lo strato di vernice deve essere il più sottile e il più uniforme possibile e non si deve mai sospendere il lavoro prima di aver terminato di dipingere tutta la superficie.
Gli eventuali schizzi di smalto che fossero caduti sul pavimento o altrove vanno puliti con il diluente prima che secchino, come anche i pennelli non appena terminato il lavoro. Volendo infine conservare per qualche tempo residui di vernice in vista di futuri ritocchi, conviene diluirli leggermente, chiudere perfettamente il barattolo e sistemarlo capovolto, in modo che se si dovesse formare sulla vernice una pellicola insolubile questa al momento dell’uso si verrebbe a trovare sul fondo del recipiente.
LA VERNICIATURA TRASPARENTE
Quando si desidera proteggere il legno senza alterarne l’aspetto naturale si ricorre alle apposite vernici incolori. Va da sé che in questo caso la superficie da verniciare deve essere in buono stato, perché grosse stuccature o vistosi rappezzi risulterebbero irrimediabilmente evidenti.
Nella scelta della vernice si tenga presente che quelle oleosintetiche, consigliate per lavori di lunga durata all’esterno (la qualità “per imbarcazioni” resiste bene anche alla salsedine), rendono più “calda” la colorazione del legno e quindi si prestano a valorizzare le essenze dure: noce, douglas, mogano, ecc. Per legni chiari come il frassino, la betulla, l’acero, di cui si voglia mantenere la tonalità naturale sono preferibili le vernici sintetiche, per interno o per esterno.
Per la preparazione del fondo ci si regola come già visto a, naturalmente con l’esclusione delle mani di pittura opaca, eseguendo le eventuali piccole stuccature con stucco colorato nella stessa tonalità del legno con l’aggiunta di colori in polvere. Sul legno grezzo la vernice si dà in tre mani, la prima molto diluita perché possa ancorarsi bene penetrando nel legno, la seconda meno, la terza quasi niente o niente. Se invece si tratta semplicemente di “rinfrescare” una verniciatura ancora in buono stato, può bastare un’unica mano stesa dopo aver carteggiato e spolverato la superficie. Per stendere la vernice in modo uniforme si usa un pennello morbido e perfettamente pulito, passandolo con leggerezza nel senso della venatura.
Per correggere la colorazione di certi legnami correnti come il pioppo o l’abete, si possono usare due sistemi. Il primo e più rapido consiste nell’utilizzare una delle speciali vernici colorate specificamente destinate a quest’uso. Quelle a finitura lucida sono indicate nella maggior parte dei casi. Ma se l’oggetto da verniciare si trova sottoposto a condizioni atmosferiche difficili oppure all’attacco di muffe e funghi, migliori risultati si ottengono con le vernici cosiddette “impregnanti” che penetrano nel legno proteggendolo in profondità senza formare in superficie una pellicola che gli impedirebbe di “respirare”. Il procedimento di applicazione non si differenzia da quello richiesto dalle comuni vernici sintetiche, tranne che per la necessità di dare una mano di fondo con uno speciale prodotto trasparente quando il legno è di natura particolarmente porosa.
Il secondo sistema è quello classico di colorare a mordente la superficie del legno prima di proteggerlo con vernice incolore.
Il trattamento a mordente colora il legno senza nascondere il gioco delle venature che anzi, a causa del diverso assorbimento, risultano evidenziate. Si usano speciali colori in polvere, da sciogliere in acqua o alcool tiepidi, che sono disponibili nelle tonalità delle principali essenze legnose e nei colori fondamentali della scala cromatica.
Con il mordente ad acqua si ottiene più facilmente una colorazione uniforme mentre quello all’alcool, di più difficile raccordo, non dà buoni risultati sulle superfici ampie. L’intensità del colore dipende dalla quantità di liquido usato per sciogliere la polvere: per controllare che non sia troppo scura conviene fare una prova su di una porzione di legno non in vista. Il mordente si passa sul fondo già stuccato, carteggiato e spolverato, con un largo pennello ben imbevuto e a strisce successive: prima nella direzione della venatura e poi, quando la superficie è tutta impregnata, in senso trasversale. Per uniformare il colore si dà, infine, un’ultima passata con pennello quasi asciutto, ancora nella direzione della venatura. Prima di rifinire con almeno due mani di vernice incolore occorre lasciar asciugare per qualche ora, poi asportare con carta vetrata media le fibre superficiali del legno sollevatesi per effetto della bagnatura.