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Pochi e semplici sono gli attrezzi che servono per dedicarsi ai vari lavori di tinteggiatura o verniciatura, ma non per questo da prendere in scarsa considerazione. Che siano di buona qualità è importante per la riuscita e la celerità del lavoro, con il tempo il vantaggio è anche economico perché un buon attrezzo ripaga largamente il prezzo leggermente più alto con una durata assai maggiore. Conviene dunque rivolgersi ad un rivenditore ben fornito, scartare gli articoli più o meno anonimi e orientarsi su prodotti di marca.
I PENNELLI
Sono attrezzi di concezione molto semplice, costituiti da un fiocco più o meno consistente di setole applicate a un manico per mezzo di una ghiera, solitamente metallica. Loro caratteristiche essenziali sono:
-la forma, definita nelle sue varianti dalle diverse esigenze di lavorazione (è chiaro infatti, e valga questo esempio per tutti, che un pennello adatto per tinteggiare una parete non va bene per rifinire la laccatura di un mobile sagomato);
-le dimensioni, da scegliere in proporzione a quella della superficie da dipingere ed anche in rapporto con l’abilità dell’esecutore (infatti più grosso è il pennello, maggiore è la quantità di pittura da stendere in breve tempo).
-la rigidità delle setole, che può essere maggiore o minore a seconda del materiale impiegato. I pennelli piuttosto “duri” sono preferibili per pitture dense, per le mani di fondo e in generale per dipingere superfici ruvide, in quanto favoriscono la penetrazione della pittura nelle piccole irregolarità; quelli più morbidi sono adatti alle mani di finitura, specie con vernici e smalti a film sottili.
I migliori ed anche i più costosi pennelli sono quelli che impiegano esclusivamente setole di cinghiale: chiare (bionde) per pennelli duri; scure (nere) per pennelli morbidi. Prodotti più economici vengono ottenuti utilizzando setole di minor pregio di provenienza animale, vegetale o artificiale. In particolare i pennelli con setole artificiali (generalmente in nailon o PVC) anche se danno prestazioni inferiori sono i più resistenti all’usura e quindi indicati, ad esempio, per dipingere i muri esterni.
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PENNELLI PIATTI O PENNELLESSE
Sono formati da setole tutte di uguale lunghezza, fissate al manico mediante una ghiera di forma rettangolare più o meno allungato. E questo il tipo di pennello che consente di stendere la pittura con pennellate più ampie e quindi in minor tempo; inoltre lo spessore costante del fiocco permette un’applicazione più uniforme di quella che si ottiene, ad esempio, con i pennelli tondi. Questi vantaggi si evidenziano soprattutto quando si tratta di dipingere superfici piane: usati per questo scopo i pennelli piatti risultano di più facile impiego e consentono anche a chi non è molto esperto di ottenere dei buoni risultati. Va ricordato che più la pennellessa è sottile, più risulta flessibile e va usata con mano leggera, specie se le setole sono piuttosto lunghe: infatti piegando troppo il pennello le setole si dividerebbero mentre devono restare ben compatte se si vuole stendere la pittura in modo uniforme.
Quando si tratta di dipingere superfici grandi conviene ricorrere alle “pennellesse da muro” (cosiddette con riferimento all’uso più frequente, anche se non esclusivo, cui sono destinate), caratterizzate da uno spessore piuttosto sostenuto. Quelle di dimensioni minori (larghezza 7 – 10 cm, spessore 2,5 – 3 cm) vanno bene, ad esempio, per mani di fondo o per l’applicazione di vernici e smalti, anche su pareti. Le misure medie (12 – 14 cm, spessore 3 – 4 cm) sono le più indicate per tinteggiare ad idropittura. Poco consigliabili a chi non è del mestiere quelle di dimensioni più grandi che, cariche di pittura, si appesantiscono eccessivamente.
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PENNELLI TONDI
Hanno le setole trattenute da una ghiera di forma pressoché circolare, di modo che la forma del pennello risulta quella che offre più libertà di movimento in ogni senso: non esiste infatti una direzione preferenziale secondo la quale muovere il pennello, come avviene per i tipi piatti o fortemente ovalizzati. I pennelli tondi sono dunque quelli più indicati per dipingere oggetti di forma irregolare o comunque superfici “movimentate” dalla presenza di curve, modanature, sporgenze ed incavi che rendano necessari frequenti cambiamenti di direzione. Nulla vieta naturalmente di usare un pennello di questo tipo su di una superficie piana purché non troppo ampia; dato infatti che questi pennelli vengono prodotti in dimensioni non molto grandi (il diametro misurato alla ghiera va dai 18 ai 45 mm) il loro impiego su superfici estese non risulta conveniente.
I pennelli tondi possono essere di due tipi:
-tipo “strozzato”, la cui ghiera leggermente conica conferisce maggiore rigidezza al fiocco di setole (si usa per le prime mani su superfici piuttosto ruvide e scabre o con prodotti che richiedono di essere energicamente “tirati” come certe pitture antiruggine, la cementite, ecc);
-tipo “trocadero”, con ghiera a cilindro leggermente schiacciata, che è quello più adatto per le mani di finitura date con vernici e smalti.
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PENNELLI OVALINI
Sono caratterizzati dalla forma ovalizzata della ghiera, molto più stretta che non nei tipi tondi; in tal modo il fiocco di setole, più libero, è in grado di trattenere una maggior quantità di pittura. Inoltre le dimensioni, che sono più grandi (da circa mm 30 x 45 a circa mm 45 x 60), e il fatto che una dimensione prevalga sull’altra, consentono di distribuire la pittura con maggior rapidità per mezzo di pennellate nello stesso tempo più larghe e più lunghe. L’impiego tipico di questi pennelli è la verniciatura di superfici piuttosto ampie in legno o metallo, riservando come sempre i tipi più duri alle mani di fondo e alle pitture riempitive e quelli di particolare morbidezza per la finitura con vernici “fini”.
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PENNELLI SPECIALI
Ne esistono diversi tipi destinati a lavorazioni più o meno particolari, tra i quali conviene ricordare
-il tiralinee, pennello assai piccolo e a punta sottile che, guidato con mano ferma e con l’aiuto di una riga, serve per eseguire bordature di esiguo spessore;
-il pennello a gomito, indispensabile per verniciare le parti interne dei caloriferi, inaccessibili con pennelli normali, e utile anche in altri casi in cui occorre raggiungere punti difficili. Si tratta di un pennello a manico lungo (40 – 50 cm) in legno o in metallo, e con ghiera sagomata ad angolo ottuso. Il manico di metallo, più sottile di quello di legno, rende più agevole la verniciatura anche dei caloriferi di maggior spessore. Le setole generalmente usate, e comunque preferibili, sono quelle piuttosto corte e dure che consentono una migliore distribuzione della pittura.
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COME UTILIZZARE I PENNELLI
Per ottenere da un pennello le migliori prestazioni e la massima durata occorre seguire una serie di norme codificate dall’esperienza, senza lasciarsi indurre dalla fretta a trascurarne qualcuna.
I pennelli nuovi vanno sempre “preparati” allo scopo di rendere meno aride le setole e di eliminare quelle in distacco, insieme alle eventuali tracce di polvere, colla, unto o altro. Se il pennello va usato per pittura all’acqua è sufficiente tenerlo a bagno in acqua per qualche ora, procedendo poi ad un buon lavaggio con sapone da bucato seguito da un abbondante risciacquo e da asciugatura. Se invece s’intende utilizzare il pennello per pitture a solvente, dopo le operazioni di cui sopra converrà tenerlo per circa mezz’ora immerso nell’apposito diluente; prima dell’uso andrà poi ben strizzato, per non allungare eccessivamente la pittura nelle prime pennellate.
Il corretto uso prevede che il pennello venga immerso nella pittura solo fino alla metà circa delle setole, evitando in questo modo di sporcare la ghiera e il manico; inoltre la pittura che venisse raccolta dalla parte superiore delle setole troverebbe difficoltà a scendere fino alle punte e tenderebbe ad indurirsi con formazione di grumi. Per non dar luogo a sgocciolature, dopo aver intinto il pennello è sempre necessario eliminare l’eccesso di pittura con un colpetto dato sulle pareti interne del contenitore o, meglio ancora, perché così si evita di incrostarle, passando il pennello su di una cordicella tesa da un bordo all’altro.
Il pennello si impugna nel modo che riesce più comodo e naturale in relazione alla forma e alla dimensione, curando di mantenere un’inclinazione di circa 45° rispetto alla superficie da dipingere. La pressione di scorrimento non deve essere eccessiva ma tale da flettere appena il fiocco di setole senza disunirlo, in modo che riesca più agevole una uniforme distribuzione della pittura; in particolare le mani di finitura a vernice o a smalto vanno ripassate la sola punta delle setole.
Durante le brevi pause nel corso del lavoro non bisogna mai lasciare i pennelli esposti all’aria ma provvedere a immergerli in acqua o in un adatto diluente, a seconda del tipo di pittura impiegata. Con questo accorgimento essi si manterranno morbidi e al momento di riprendere il lavoro basterà asciugarli prima di intingerli di nuovo nella pittura. Per evitare che le setole si deformino è bene però non lasciare i pennelli appoggiati sul fondo del contenitore, ma tenerli sospesi. Anche senza ricorrere agli appositi “portapennelli”, è sufficiente adattare allo scopo un qualsiasi barattolo, corredandolo di un sostegno realizzato con filo di ferro.
La pulizia dei pennelli è sempre indispensabile al termine del lavoro e prima delle pause prolungate, ad esempio quando la sera s’interrompe il lavoro per riprenderlo l’indomani. Si deve procedere con una certa sollecitudine, per non dar tempo alla pittura d’indurirsi.
Se i pennelli sono sporchi di pitture ad acqua tutto si risolve con un abbondante lavaggio con acqua tiepida e sapone da bucato. Poi si risciacquano ripetutamente le setole in acqua pulita, massaggiandole tra le dita per agevolare la fuoriuscita dei residui di pittura, fino a che non ne rimanga traccia. Infine si asciuga con stracci o carta di giornale.
I pennelli usati per prodotti a solvente vanno invece immersi per qualche minuto in un barattolo contenente del diluente. Tenendo il pennello inclinato e ben premuto contro il fondo, le setole si separano e l’eliminazione della pittura ne risulta favorita; per asportare le particelle più aderenti ci si può eventualmente aiutare con un piccolo pennello duro, passato sulle setole del primo. Strizzate per bene le setole fra le dita, si perfeziona la pulizia con altro diluente pulito, dopo di che si lava il pennello con acqua e sapone come visto prima. L’uso di speciali prodotti detergenti, reperibili presso i colorifici, facilita certamente le operazioni di pulizia, specie all’attacco delle setole con la ghiera dove è facile che restino annidati residui di pittura. Tali prodotti hanno infatti la proprietà di rendere le vernici idrosolubili e quindi eliminabili mediante semplice lavaggio in acqua.
Quando, dopo la pulizia, si vogliono riporre i pennelli, occorre per prima cosa lasciarli asciugare perfettamente, all’ombra e lontano dalle fonti di calore; poi avvolgerli in carta per ripararli dalla polvere e sistemarli appoggiati con il manico in orizzontale o meglio ancora appesi, in modo da evitare la deformazione delle setole.